(English text below)
Interesse per la cultura giapponese, attitudine da geek, suggestioni erotiche, propensione a decriptare le cose complesse e rendere criptiche le cose comuni, sottile ironia. Sono queste le principali caratteristiche del lavoro della giovane artista e fotografa Yamada Hanako, originaria della provincia di Varese ma ora cittadina veneziana, che danno forma ai suoi temi principali: la sessualità femminile e Venezia. Il suo stesso pseudonimo è un condensato di queste caratteristiche. Yamada Hanako, infatti, è l’equivalente giapponese femminile di Mario Rossi. “E’ un gioco – spiega. Mi piaceva molto l’idea di prendere questo luogo comune e ammantarlo di esotismo”.
Sul terreno della sua produzione artistica questa attitudine si manifesta ad esempio in Some love affairs (my beds) del 2013. 18 fotografie di letti d’albergo vuoti, ma accompagnati ciascuno da un’espressione in inglese. 18 cartoline inviate per augurare buon 2013 ad altrettanti amanti con la descrizione della pratica eseguita. Tante espressioni, non sempre facili da tradurre in italiano, per raccontare un’unica cosa. l’esperienza di una notte di passione e sesso. “Il pubblico – racconta Yamada – vive la sessualità in maniera diversificata, e la prova è proprio in queste molte espressioni colloquiali, questo “slang” trovato nel web. Ho usato l’inglese perché in italiano non c’è altrettanta ironia nei termini, credo per l’inconscia cultura cattolica che prende troppo sul serio il sesso e non nomina quello che considera imbarazzante – non a caso molti italiani preferiscono la parola straniera gay all’equivalente italiana “omosessuale” dal significato immediatamente recepibile”.
Il riferimento all’erotismo, anche in chiave pornografica, torna anche in altri lavori, come Webcam Grrrlz (2014-2015) e The Key (2014). Il primo prende a riferimento le camgirl, cioè quelle donne che si guadagnano da vivere mostrandosi in abbigliamento intimo affaccendate in attività domestiche e quotidiane trasmesse via webcam. The Key si riferisce invece ad un film di Tinto Brass del 1983 (La Chiave, ambientato a Venezia), a sua volta ispirato a un romanzo giapponese di Jun’ichiro Tanizaki. In questo lavoro un’enorme donna nuda avanza a carponi nella laguna veneziana alla ricerca di un amplesso con la città. “Venezia – spiega Yamada – ha una storia molto interessante sulla prostituzione: una volta queste professioniste del sesso abitavano in centro, lavoravano alla luce del sole ed erano considerate una risorsa economica e politica essenziale per la città. Un grande personaggio storico veneziano fu la prostituta e poetessa Veronica Franco, si potrebbe dire una femminista ante litteram che amministrò egregiamente i prodotti della propria mente e del proprio corpo. Magari la città prendesse esempio dalla sua intelligenza!”
La componente digitale, sia nel materiale usato che nei concetti di riferimento, compare in maniera più o meno marcata in quasi tutti i suoli lavori. Nell’appropriazione di materiale visivo dal web, come in Webcam Grrrlz o nel riferimento all’uso della “key” in crittografia per poter controllare i dati digitali sottoposti a protezione legale. Per diventare il tema dominante in DFZ (2014) e Alias (2014), dove si fa riferimento, in un caso, a network che permettono uno scambio di informazioni senza passaggi predefiniti o, nell’altro lavoro, al “disturbo” di un segnale digitale (alias), che genera distorsione e illeggibilità del segnale stesso. Il lavoro di Yamada Hanako si presenta quindi come un intricato intreccio di erotismo, mondo digitale e cultura giapponese. Un intreccio che l’artista così spiega “L’Eros è una parte saliente della vita ed è quindi importante parlarne… quando poi scopri che compone gran parte del materiale visivo online, non puoi proprio evitarlo. Sono una nativa digitale, nel senso che ho cominciato a interessarmi alla fotografia esclusivamente con il digitale essendo nata nel 1986. Alla maggior parte dei geek piace la cultura giapponese, e io non sono un’eccezione: mi piace soprattutto questa commistione di rispetto orientale per la tradizione e ossessione tipicamente occidentale per il tecnologico.”
Infine l’arte di Yamada Hanako è arricchita dal suo impegno nel movimento lesbico/femminista che si ritrova ad Agape. “Il pensiero femminista mi ha insegnato a considerare le differenze difficilmente catalogabili come dei punti di forza invece che debolezze. L’artista, e così il fotografo, cerca di mettere ordine nel mondo attraverso la sua visione: è quindi molto importante ricordarsi che questo tentativo di dare una struttura personale non deve mai prevaricare la persona rappresentata, soprattutto quando il soggetto è in una posizione di debolezza rispetto a noi. Ando Gilardi, che stimo molto, ha scritto: Non fotografare gli straccioni, i senza lavoro, gli affamati. […] Non fotografare i neri umiliati, i giovani vittime della droga, gli alcolizzati che dormono i loro orribili sogni. La società gli ha già preso tutto, non prendergli anche la fotografia. […]”
Per una visione completa del suo lavoro clicca qui
All images ©Yamada Hanako
English text
YAMADA HANAKO: digital erotism and feminist engagement
Japanese culture, geek attitude, erotism, subtle irony, unraveling complexities and complicating simple things. These are the main characteristics of young artist and photographer Yamada Hanako's art. All of them condensed in her artist name Yamada Hanako, which is the Japanese equivalent for “Mr Smith”. “It's a game – she says. I liked the idea to let this commonplace be surrounded by exoticism”. Female sexuality and the city of Venice are her main issues. Venice being the city where she moved to from the native Lombardia. Some love affairs (my beds), 2013, is a clear example of her style and main interests. 18 pictures of empty hotels bedrooms, each paired with an english expression of a sexual practice. They became 18 postcards sent to 18 lovers wishing them Happy New Year. “People live their sexuality in so many different ways, as all these expressions show. I used English because in Italian you can't find the same irony, maybe because of dominant catholic culture, that gives so much importance to sex and prefer not to talk about what is believed to be embarrassing – that's why Italian culture prefers the English word gay instead of the Italian equivalent omosessuale, which is more direct and immediate.” Erotism, with a pornographic scent, is also in works such as Webcam Grrrlz (2014-2015) and The Key (2014). The first one refers to the cam-girls, women who earn their living showcasing themselves wearing just their underwear while doing domestic activities. The second one is inspired by the 1983 Tinto Brass' film (La Chiave, set in Venice), which was made after a Japanese novel from Jun'ichiro Tanizaki. In this work a big naked women, walking on all fours, want to have sex with the city. “Venice – Hanako explains – has an interesting history about sex-workers: they used to work in the city centre, without restrictions, and where seen as an economic resource for the city. One of the most amazing sex-worker was poet Veronica Franco. She could be called a feminist, and knew very well how to manage both her intellectual and sexual skills. Nowadays Venice would benefit if the city Government followed her example”. Hanako works also with the digital meanings of the contemporary image. She uses pictures dowloaded from the web (as in Webcam Grrrlz ) or plays with the word 'key', which is important in cryptography to keep under control the legal digital data. This became the main issues in works such as DFZ (2014) and Alias (2014), referring the first to the network that allows information exchanges without defined steps and the second to the noise (alias) that can affect a digital signal in a way that it cannot be processed. Yamada's work is a complex connections of different elements. “Erotism is a fundamental part of our life, so it's very important to take it into account. Moreover, as it is the majority of the on-line visual files, you can't avoid it. I was born in the digital era, therefore, as every geek, I like Japanese culture: at the same time they respect ancient traditions and have an obsession for technology”. Finally, Yamada Hanako is a feminist itself. “Feminist theories – she tells - taught me to look at differences as a strength point instead of a weak one. The artists, an photographers as well, always try to give an order to the outside world, but they must never overwhelm the person in front of them, especially when the subject is in a weak position. Italian photographer Ando Gilardi, whom I most appreciate, stated: Do not photograph homeless, unemployed or starving people. Do not photograph humiliated black humans, young drug addicted or alcoholics. Society already stole everything from them, don't take them even their image”.